Salmo 142: completo, commento
Commento – Tradizionalmente il testo del salmo 142 viene attribuito a Davide, che lo scrisse mentre si trovava nella caverna di Adullam. L’uomo descritto nel salmo si trova in uno stato di grande disperazione, si sente perseguitato e con la sua vita paralizzata, esattamente come se fosse imprigionato. Sa che solo Dio conosce la via per uscire da questa situazione e, quando la persecuzione sarà terminata, a lui sarà riconosciuta autorità di re da tutti gli uomini retti.
Salmo 142 completo
[1] Maskil. Di Davide, quando era nella caverna. Preghiera.
[2] Con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore;
[3] davanti a lui effondo il mio lamento, al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.
[4] Mentre il mio spirito vien meno, tu conosci la mia via. Nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio.
[5] Guarda a destra e vedi: nessuno mi riconosce. Non c’è per me via di scampo, nessuno ha cura della mia vita.
[6] Io grido a te, Signore; dico: Sei tu il mio rifugio, sei tu la mia sorte nella terra dei viventi.
[7] Ascolta la mia supplica: ho toccato il fondo dell’angoscia. Salvami dai miei persecutori perché sono di me più forti.
[8] Strappa dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome: i giusti mi faranno corona quando mi concederai la tua grazia.